
Autore: Massimo Manni
Editore: Vallardi
Anno di pubblicazione: 2023
Pagine: 205
Massimo Manni ci fa entrare nel mondo del Santuario Capra Libera Tutti, una meravigliosa realtà da lui costruita in cui convivono ben 400 animali in libertà, salvati dall’oppressione e dallo sfruttamento degli allevamenti o da altre situazioni in cui avrebbero avuto una vita non degna di essere chiamata tale.

Leggendo il passato dell’autore di questo libro ho potuto vedere come il percorso verso la consapevolezza sia, un po’ per tutti, una piccola scalata di decostruzione di ciò che viene considerato “normale”. Nella cultura in cui sono cresciuta (non diversa da quella di Manni e di tante altre persone) non era contemplata un’idea degli animali come esseri viventi alla pari e con diritto alla libertà, ma come fonte di lavoro a basso costo (guardia, pastori ecc) o come fonte di reddito. Avevo una vicina di casa che “amava” i suoi animali, ci parlava, li coccolava e gli dava un nome, ma comunque se erano animali da allevamento finivano nel suo piatto. Ero circondata da persone che amavano cani e gatti ma indossavano pellicce. Ad un certo punto della mia vita tutto questo ha iniziato a sembrarmi incoerente ed assurdo, ma, come dice l’autore, per alcune persone c’è una grande difficoltà o impossibilità ad avere un’idea diversa degli animali se non come esseri creati per essere al servizio dell’uomo. Allevamenti, circo, negozi di animali… non è facile rendersi conto dell’incongruenza quando si è cresciuti sempre e solo in questa cultura, e quando la si comprende ci si sente come alieni che vedono e sentono cose diverse da tutti gli altri.

Credo che un messaggio importante di questo libro sia il prendere atto di quante volte, dietro l’apparenza interesse e attrazione che abbiamo verso gli animali, tendiamo a mettere comunque noi e le nostre esigenze al centro, senza pensare a quali sono, realmente, le loro: emblematico è l’esempio dei pappagalli “da compagnia”, che, se fin dall’infanzia vengono in contatto solo con esseri umani si legano a loro come si legherebbero al partner, con la differenza che un umano non può dargli tutte le attenzioni che vorrebbe, e il pappagallo finisce per compiere atti autolesionistici a causa dell’ansia da separazione.
Altro aspetto rilevante che riesce a trasmettere, anche per merito dell’esperienza pluriennale con tante specie diverse: non tutti gli animali ci devono amare o essere affettuosi con noi, meritano di vivere liberi e di essere rispettati anche quando non sono interessati all’uomo, quindi indipendentemente dalle nostre richieste narcisistiche o affettive.
Un’ottima scelta è stata raccontare le loro storie, perché finché li considereremo “numeri” non riusciremo a comprendere la loro individualità, il loro carattere, l’unicità di ognuno. E il valore della loro vita.

Ho apprezzato che vengano dedicate anche piccole parti alla spiegazione di ciò che avviene a queste specie quando vengono allevati per il nostro “divertimento” (zoo, circhi), la nostra vanità (animali esotici da esporre), per soddisfare il nostro palato (allevamenti e pesca intensivi). Il mondo sommerso dietro queste attività è veramente vasto e talvolta inimmaginabile, e viviamo in una società dove tutto l’orrore viene accuratamente tenuto lontano dai nostri occhi.
Manni è riuscito a costruire un microcosmo in cui non ci sono padroni e proprietari, in cui una specie non sovrasta e sottomette le altre per le proprie esigenze, in cui tutte le specie possano vivere alla pari, libere e messe nelle condizioni di autodeterminarsi.
Nota: il Santuario Capra Libera Tutti – di cui ho inserito alcune immagini – si trova a Nerola in provincia di Rieti, è visitabile durante gli eventi che vengono organizzati e può essere sostenuto in tantissimi modi, sia economicamente (adozione a distanza, donazione del 5xmille ecc.) che attraverso il proprio tempo.

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